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Tra 20 anni mancherà oltre il 30% dell’acqua oggi consumata

13 marzo 2024
Per far fronte al crescente deficit idrico, è necessario un incremento degli investimenti pari a circa 60 miliardi di euro. Distretto Padano area a maggior rischio Consumi in crescita e inefficienze superiori alla media UE: Bain & Company Italia ha presentato, nel corso di un evento in collaborazione con Comin & Partners, alcune proposte per fronteggiare l’emergenza idrica, puntando su flessibilità, incremento delle fonti, riduzione dei consumi e adozione delle migliori tecnologie
Nonostante l'abbondanza di precipitazioni annue, dieci volte superiori al consumo, il sistema idrico italiano si presenta complessivamente fragile, soggetto a crescenti periodi di stress e caratterizzato da inefficienze lungo l'intera filiera. Il tema è stato al centro del dibattito - promosso da Bain & Company in collaborazione con Comin & Partners - tenutosi a Roma, a cui hanno preso parte le principali aziende del settore e i rappresentanti istituzionali chiave per l’ecosistema idrico italiano. Quattro elementi meritano particolare attenzione: 
le perdite superano il doppio della media dell'UE
i consumi pro-capite superano la media dell'UE del 35%
solo il 5% dell'acqua depurata è destinato al riutilizzo, rispetto al 20% della media dell'UE
il prezzo dell’acqua potabile è del 30% inferiore rispetto alla media UE e le tariffe di autoprelievo agricolo/industriale (ca. 0,04 €/m3) sono inadeguate a stimolare comportamenti virtuosi di consumo
Risulta dunque imprescindibile analizzare il settore nella sua completezza, considerando che il comparto agricolo rappresenta il 55% dei consumi, seguito dal settore industriale con il 25%, mentre il comparto civile pesa solo per il 20%. L'eterogeneità tra i 7 bacini idrografici e i ricorrenti picchi stagionali, sono i principali problemi da affrontare, con il distretto Padano che emerge come il più critico, con precipitazioni insufficienti a coprire i consumi finali e il deflusso ecologico del bacino.
Le criticità attuali – e quelle future, in assenza di interventi adeguati – derivano da un settore complesso e frammentato, che coinvolge numerosi differenti attori, sia a livello locale sia nazionale, ed è soggetto a una regolamentazione da sempre focalizzata principalmente sugli usi civili, che coprono appena il 20% dei consumi totali. Ad aggravare la situazione c’è il rischio legato ai cambiamenti climatici che, con il continuo incremento delle temperature, renderà questa risorsa ancora più scarsa e preziosa, unitamente all’aumento dei consumi (al 2050 previsto in crescita dell’8%) e la riduzione dei deflussi idrici (-7% al 2050).
Bain & Company stima che il bilancio idrico complessivo si ridurrà di ben 12 miliardi di metri cubi, pari al 34% degli attuali consumi nazionali, con un costo della mancanza di risposte adeguate pari a 40 miliardi di euro l’anno. Per far fronte al crescente deficit idrico, è necessario un incremento di investimenti pari a circa 60 miliardi di euro. 

In conclusione, sono necessari il contributo urgente e uno sforzo condiviso da parte di tutti gli stakeholder del settore, per definire priorità, responsabilità reciproche e azioni di un percorso che deve essere contemporaneamente rapido e mirato.