La crisi idrica è costante e occorre una strategia per affrontarla. Lo dimostra l’emergenza siccità che da mesi interessa il Paese: già nell’autunno 2023 le temperature al di sopra della media avevano ridotto i deflussi idrici superficiali e scaricato le falde mettendo a rischio la sicurezza idrica della penisola. La stagione estiva non ha migliorato la situazione. Per intervenire in modo efficace servono delle strategie strutturali che vadano a sostituire quegli interventi sporadici pensati solo in risposta a eventi emergenziali. L’Unione europea ha acceso i riflettori sul problema siccità e vuole intervenire con una strategia per la gestione sostenibile dell’acqua. Ecco cosa prevede.
La sicurezza idrica è un problema che va affrontato con urgenza: secondo l’ultimo studio del World Weather Attribution (organismo scientifico che analizza la correlazione tra i fenomeni meteorologici estremi e il cambiamento climatico causato dall’uomo), ad esempio, c’è correlazione tra la crisi climatica e la grave siccità in corso in Sardegna e in Sicilia. Serve agire in sinergia e, a sollecitare l’intervento a livello europeo in materia di gestione della risorsa idrica, sono stati i ministri dell’Ambiente di ventuno Paesi dell’Ue (tutti tranne Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca, Lettonia, Ungheria, e Irlanda). In una lettera congiunta hanno chiesto un piano che garantisca la sicurezza idrica su tutto il continente.
“È necessario un approccio sistemico per garantire sinergia e coerenza in tutti i processi legislativi e di pianificazione, per integrare meglio le considerazioni sull’acqua e gli obiettivi di conservazione per garantire la disponibilità e la sicurezza delle forniture idriche”, si legge nella lettera. I 21 Paesi avanzano delle richieste concrete: misure “per garantire la disponibilità e la sicurezza delle risorse idriche” attraverso “soluzioni basate sulla natura” e “finanziamenti adeguati ed efficaci” che vadano a sostenere le attività di ricerca e innovazione nel settore idrico. Alle modalità di intervento efficaci, indica la strategia europea, va affiancata anche formazione, sensibilizzazione e coinvolgimento delle persone. I ministri hanno insistito anche sulla “partecipazione dei cittadini e delle parti interessate” e sul “coinvolgimento pubblico in tutte le azioni”. L’emergenza, infatti, non è solo ambientale ma ha già degli impatti a livello sociale, sanitario ed economico: per questo, come sottolineano i ministri dell’ambiente, occorre l’intervento dell’Ue.
Lo pensano anche i cittadini europei: il 70% della popolazione europea ha espresso preoccupazione per l'inquinamento e la carenza idrica, ma quasi la metà non si sente ben informata sui problemi legati all'acqua nel proprio paese. Per questo motivo l’Ue ha recentemente lanciato la campagna #WaterWiseEU, un'iniziativa che contribuirà a diffondere un nuovo sguardo sull’acqua e a rendere possibile la resilienza idrica dell'Europa entro il 2050.
La campagna mira a far conoscere le numerose soluzioni disponibili sulla gestione dell’acqua, ad esempio il rafforzamento dello stoccaggio naturale delle acque, il rifornimento delle acque sotterranee e il ripristino della salute del suolo, ma anche la gestione intelligente delle risorse idriche, l'efficienza idrica e il riutilizzo.
Secondo un rapporto dell’ufficio brevetti dell’Ue (EPO), l’Europa è leader nelle tecnologie idriche innovative, rappresentando il 40% delle invenzioni nel settore su scala globale. Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Italia “sono al primo posto in Europa per brevetti sulle invenzioni idriche”: dati che sottolineano il protagonismo che il nostro paese riveste nella tutela della risorsa idrica. L’acqua è un bene particolarmente prezioso che viene messo a rischio non solo dalla costante emergenza siccità ma anche dalle perdite della rete idrica nazionale.
Il Gruppo Iren investe nella protezione delle risorse idriche attraverso forme non convenzionali di approvvigionamento come per esempio il recupero delle acque reflue urbane. Per gestire in modo ottimale e intelligente le risorse idriche Iren adotta la strategia circular water che si fonda sulla salvaguardia della stessa attraverso il recupero delle acque meteoriche, evitando il prelievo di nuova acqua. Allo stesso tempo punta a rimettere in circolo l’acqua depurata attraverso la valorizzazione dei fanghi di depurazione.
È quello che avviene nel depuratore di Mancasale, il primo impianto di riuso delle acque in Emilia Romagna. L’impianto intercetta le acque di scarico del depuratore e le affina a scopo irriguo, a beneficio dell'ambiente e delle aziende agricole limitrofe. Insieme agli impianti di depurazione un ruolo importante è svolto dagli invasi che permettono di recuperare l’acqua piovana altrimenti perduta. Si tratta di strutture artificiali o naturali destinate all'accumulo e alla conservazione dell'acqua che giocano un ruolo cruciale nella gestione efficace delle risorse idriche. Un aspetto che, come sottolinea la strategia europea, è particolarmente importante per la tutela del nostro Pianeta.