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Smart Mobility: il ruolo del digitale per una mobilità sostenibile

27 novembre 2021
Presentati i dati sulla Smart Mobility emersi dalla ricerca “Gli Italiani e la Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano” realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
Inquinamento e clima: per un italiano su quattro c’è ancora tempo per affrontare il problema
I dati ci dicono che circa un quarto del totale delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE deriva dal settore dei trasporti: un dato che evidenzia la necessità di ripensare il trasporto urbano in un’ottica di sostenibilità. Tuttavia, per comprendere come ripensare il settore, è necessario considerare che ben un italiano su quattro (il 26% per quanto riguarda il cambiamento climatico, ed il 24% se ci si riferisce all’inquinamento) pensa che il problema dell’inquinamento sia sì importante, ma che siano altre le priorità da affrontare. “Se a questo si aggiunge – sottolinea Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – che solo il 37% degli intervistati è in grado di correlare con cognizione di causa la sua visione ideologica della sostenibilità con le proprie opinioni su temi ambientali, sociali ed economici, ovvero con le conseguenze pratiche delle proprie azioni, è evidente come ci sia un problema di consapevolezza correlato a questi temi assolutamente prioritario”.

Smart Mobility: quali sono i servizi più diffusi?
Il servizio più utilizzato dagli utenti è quello di navigazione satellitare, conosciuto dal 98% degli utenti, anche se rimane il 14% di essi che preferisce affidarsi alla vecchia mappa cartacea. Significativo, guardando alla consapevolezza rispetto alla sostenibilità, come ben il 45% di quanti sanno che i principali navigatori satellitari mettono a disposizione funzioni per scegliere il percorso più sostenibile non ne faccia uso. Stessa situazione per gli altri strumenti di mobilità smart: i servizi di carpooling sono conosciuti dall’82% degli italiani, ma solo il 5% ne fa un uso regolare, ed il 14% vi ricorre solo raramente. Più o meno gli stessi numeri si riscontrano per i servizi di carsharing e bikesharing. Certo è che la pandemia non ha aiutato la diffusione dei servizi di condivisione dei mezzi di trasporto. Un italiano su cinque, infine, non conosce l’esistenza di soluzioni per la mobilità dolce ed integrata, ma degli altri quattro solo l’11% ne fa un uso regolare.

Smart Mobility: un uso consapevolmente sostenibile?
Dalla ricerca emerge un aumento di diffidenza verso la tecnologia da parte di quanti dichiarano posizioni ideologicamente vicine a criteri di sostenibilità eco-centrica forte. In altri termini, continua Stefano Epifani, “chi, condivide convinzioni profondamente e radicalmente ambientaliste, è – in generale – più diffidente nei confronti della tecnologia rispetto a chi ha opinioni più moderate. Il risultato di questa tendenza è un dato che fa capire quanto gli atteggiamenti tecnofobici possano essere controproducenti. Infatti, di quanti conoscono i servizi di smart mobility, sono il 42% di coloro i quali considerano cambiamento climatico ed inquinamento problemi secondari a farne uso. Percentuale che scende al 30% se si guarda a quanti li ritengono, invece, problemi prioritari. In altri termini la diffidenza nei confronti della tecnologia è più forte del fatto che la tecnologia potrebbe essere un’alleata nell’assumere comportamenti più sostenibili”.

A consolidare il dato inerente alla scarsa attenzione da parte degli utenti di servizi di mobilità smart verso la sostenibilità, vi sono altri due fattori rilevanti. In primo luogo, l’assenza di differenze significative nel tasso d’adozione di tali strumenti da parte di chi assume comportamenti coerenti con la propria visione ideologica e chi invece non ha consapevolezza delle conseguenze dei propri punti di vista sulla sostenibilità. In secondo luogo, il fatto che ben l’82% degli intervistati non abbia dubbi sul fatto che nella scelta dei servizi e dei prodotti di mobilità smart – come, ad esempio, gli strumenti di carsharing – si preferisca optare per veicoli ecologici solo a parità di prezzo rispetto a quelli più inquinanti. In altri termini, se la sostenibilità ha un prezzo, gli utenti tendono a scegliere soluzioni meno sostenibili, piuttosto che affrontarne il costo.