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Qualità dell’acqua: l’Istituto Superiore di Sanità certifica il progetto pilota di CAP

12 gennaio 2017
Con il Water Safety Plan, mappatura dei rischi e le tecnologie più innovative per garantire la sicurezza dell’acqua del rubinetto. Parte da Milano, con una sperimentazione sul sistema acquedottistico del Legnanese, la rivoluzione nel sistema di analisi dell’acqua di rubinetto che d’ora in poi garantirà ancora di più e ancora meglio la qualità di ciò che beviamo in Italia.
Gruppo CAP ha concluso la fase pilota e ha ottenuto la certificazione dell’Istituto Superiore di Sanità, che in una nota del 29 dicembre raccomanda “l’applicazione della matrice di rischio elaborata nel modello proposto ad altri sistemi acquedottistici”, e conferma che “si può considerare il Piano di sicurezza dell’acqua sviluppato e implementato per il sistema di Legnano in linea con i principi e le metodologie raccomandate nelle linee guida dell’Istituto e con i dettami di cui alla direttiva europea 2015/1787”, che è in fase di trasposizione a livello nazionale. Una sorta di benchmark per le future implementazioni in tutto il paese.

Tecnologie all’avanguardia, ricerca universitaria, e soprattutto un approccio completamente nuovo, trasversale e multidisciplinare, garantito dalla collaborazione tra Università, centri di ricerca, autorità sanitarie e ambientali, enti locali e Gruppo CAP, si sono intrecciati nell’ultimo anno e mezzo di sperimentazione sul campo: il risultato è il Water Safety Plan (in sigla WSP), un modello già previsto dalla legislazione europea e la cui adozione diventerà presto obbligatoria nei singoli Stati.

L’obiettivo del WSP è rendere ancora più sicura l’acqua del rubinetto, rivoluzionando il sistema dei controlli sull’acqua potabile, con un modello che prevede un sistema globale di gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica, dalla captazione all’utenza finale. Il nuovo approccio consente di decidere insieme alle autorità sanitarie e alle altre autorità competenti, sulla base di una concreta e puntuale valutazione dei rischi, quali parametri monitorare con più frequenza, o come estendere la lista di sostanze da tenere sotto controllo in caso di preoccupazioni per la salute pubblica. Il tutto anche grazie al coinvolgimento attivo dei Comuni e degli stakeholder.

La sperimentazione è stata gestita da un team multidisciplinare. Nei tre comuni pilota del sistema acquedottistico legnanese (Legnano, Cerro Maggiore, San Giorgio su Legnano) sono state installate sonde parametriche e analizzatori in continuo che consentono un monitoraggio costante dei dati, superando il tradizionale sistema basato su prelievi e analisi.

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