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Percorsi e proposte per una mobilità più sostenibile dagli operatori coinvolti nel settore

19 agosto 2020
In Italia una mobilità più sostenibile è possibile, ma rimane un divario tra regioni del Nord e Sud: a partire da questa constatazione rilevata dallo Smart Mobility Report 2020, ospitato all’interno di That’s Mobility, si apre il confronto con gli operatori per individuare percorsi e proposte per il futuro della nuova mobilità nel nostro Paese.
I primi dati dello Smart Mobility Report 2020 mostrano una crescita della mobilità a emissioni zero capace di ridurre lo smog e di affrontare i cambiamenti sociali imposti dall’emergenza sanitaria, anche se le immatricolazioni di auto elettriche sono prevalentemente concentrate nel Nord Italia. Ci si interroga sulle opportunità di mercato e sulle proposte per il Legislatore nel dare voce ai principali soggetti della filiera, confrontandosi coi maggiori operatori di settore. That’s Mobility, evento all’interno del quale è presentato lo Smart Mobility Report, ha creato così un tavolo di discussione dove i suoi interlocutori hanno condiviso le tendenze in atto e alcune indicazioni per lo sviluppo futuro, anche in considerazione dei nuovi scenari post-emergenza sanitaria.

Punto di partenza della discussione sono i primi dati elaborati dall’edizione 2020 del Report, dai quali emerge come gli indicatori relativi a immatricolazioni e incentivi negli ultimi anni siano notevolmente cresciuti in particolar modo al Nord Italia. Nel 2019 sono state infatti immatricolate 17.065 auto elettriche (registrando un +78% tra il 2018 e il 2019, soprattutto grazie all’«Ecobonus» in vigore da aprile 2019 e all’ incremento dell’offerta di modelli elettrificati disponibili). Nel 2019 sono state immatricolate 10.566 auto BEV, più che raddoppiate rispetto al 2018 e 6.499 auto PHEV, +42% rispetto al 2018.

Si tratta di una crescita confermata anche dalle case automobilistiche: “Con il 2019 conclusosi con un +113% rispetto al 2018 per le vetture BEV e del 30% per le PHEV. Trend che è continuato anche nel 2020, nonostante la contrazione delle immatricolazioni dovute al blocco da Covid-19” – sottolinea Stefano Sordelli, Future Mobility Director di Volkswagen Group Italia –. E nonostante l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, abbia approvato incentivi all’acquisto di auto elettriche/elettrificate molto più tardi e comunque ancora sotto forma di sperimentazione. Sono attivi solo dal 2019 mentre in altri paesi d’Europa è da qualche anno che sono in vigore”.

Il Meridione nel 2019 rappresenta solo il 6% nel mercato italiano delle auto elettriche, è dunque un mercato marginale rispetto al totale del mercato italiano della mobilità elettrica. Secondo Nicola Campati, E-Mobility Manager di Edison Energia SpA “il ritardo del Sud Italia è in parte riconducibile a una minore propensione generale al ricambio delle auto: più del 50% del parco circolante nel Sud Italia ha un’anzianità maggiore di 15 anni, mentre al Nord la quota è del 30%; di conseguenza le immatricolazioni di auto elettriche seguono questo ritardo e tutto ciò determina anche un minore sviluppo infrastrutturale che solitamente segue la domanda dei veicoli. Per invertire la rotta e accelerare il processo di nuove immatricolazioni di auto elettriche uno stimolo importante potrebbe venire dalle aziende private attraverso servizi e soluzioni integrate casa-lavoro rivolte ai propri dipendenti”.

Per Massimo Sabbioneda, Head of E-Mobility di Alpiq Energia Italia S.p.A., e-Mobility General Contractor “lo stesso dovrebbe fare la pubblica amministrazione, non solo al Sud. I Comuni e le loro società controllate potrebbero dare ai propri cittadini il buon esempio di una mobilità sostenibile introducendo veicoli elettrici nella propria flotta. Penso anche al parco auto delle forze dell’ordine locali e a quello delle strutture sanitarie che potrebbero tranquillamente “migrare all’elettrico” tenendo conto anche dei considerevoli risparmi economici e che non avrebbero bisogno di automezzi con significative autonomie di chilometraggio”.

Se è evidente che il settore automotive è stato uno dei più colpiti dalla pandemia COVID-19, è altrettanto evidente come questa abbia impattato anche sulle immatricolazioni di auto elettriche pure. Durante il mese di marzo si è registrato un trend positivo year-on-year (+48,9%) ma un trend negativo rispetto al mese di febbraio 2020 (-63,4%). Il mese di aprile registra un trend negativo sia year-on-year (-58,1%) sia rispetto al mese di marzo 2020 (-46%). Da evidenziare come il trend negativo di immatricolazioni di auto elettriche sia più contenuto rispetto alle immatricolazioni di auto tradizionali. Infatti, nel mese di aprile 2020 le immatricolazioni di auto diesel e benzina hanno registrato un trend year-on-year rispettivamente pari a -97,5% e -98,1%.

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