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Il rapporto FISE Assoambiente

4 novembre 2020
È stato presentato il rapporto FISE Assoambiente sulla gestione rifiuti: “da Next Generation un’occasione unica per colmare il gap impiantistico nazionale e completare la transizione verso l’economia circolare”
“Per centrare gli obiettivi gli obiettivi europei della Circular economy (65% di riciclo e 10% in discarica al 2035 per i rifiuti urbani) non è più rinviabile la definizione di una “Strategia Nazionale per la gestione rifiuti”. Per farlo il nostro Paese ha un’opportunità unica dinanzi a sé: i fondi del piano Next Generation che potranno sostenere, attraverso mirati prestiti e incentivi al mercato del riciclo, gli investimenti necessari (10 mld di €) per colmare il gap impiantistico nazionale, soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese, attraverso la realizzazione di 70 impianti di riciclo e recupero energetico”.
Sono queste le principali evidenze emerse dal Rapporto “Per una Strategia Nazionale dei rifiuti – Seconda parte: la strategia mette le gambe”, presentato oggi da FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), nel corso della giornata di apertura di Ecomondo Digital Edition.
Il Rapporto, realizzato per l’Associazione dal Laboratorio REF Ricerche, parte da un presupposto, nei prossimi 15 anni il nostro Paese è chiamato a raggiungere gli sfidanti obiettivi europei che l’avvento dell’Economia Circolare pone, con la riduzione al 10% dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani (oggi siamo al 22%) e il raggiungimento di un target di riciclo del 65% (oggi siamo al 45%). Senza dimenticare, il ruolo imprescindibile riservato alla termovalorizzazione per la chiusura del ciclo di gestione (il restante 25%).
I dati evidenziano come il nostro Paese, per meglio dire alcune sue aree siano ancora molto distanti dal raggiungimento di questi target, soprattutto a causa della carenza di impianti di gestione (da quelli per il riciclo della frazione organica ai termovalorizzatori), che costringe ogni giorno centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti a viaggiare lungo le strade italiane o addirittura verso l’estero in cerca di adeguato trattamento. Il mercato del riciclo, già instabile per i problemi di export in Estremo Oriente prima del COVID-19, ha vissuto un'ulteriore impasse con la pandemia.
In uno scenario a dir poco a tinte fosche, si apre una irrinunciabile opportunità nel breve-medio periodo in termini di risorse economiche disponibili: tramite il piano “Next Generation EU” dovrebbero arrivare all’Italia oltre 200 miliardi di euro nei prossimi anni. La gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta a tutti gli effetti un candidato ideale per l’assegnazione di una significativa quota di questo budget, per le sue chiare ricadute sull’ambiente e la capacità di restituzione della tariffa. Inoltre, secondo uno studio realizzato da REF Ricerche, il rinnovato clima di attenzione alle tematiche ambientali vede oggi il Green Deal e la transizione verde in cima alle priorità dei cittadini italiani per l’impiego delle risorse del bilancio europeo: la necessità di tutelare l’ambiente viene infatti indicata dal 38% degli italiani e la realizzazione di impianti per riciclare i rifiuti dal 33%, subito dopo il sostegno alla Sanità; un cittadino su 3 vorrebbe che le risorse europee venissero prioritariamente destinate al settore dei rifiuti e in particolare al riciclo degli stessi.