HOME   ▸   NEWS   ▸  

“L'architettura è cultura e bene comune”: 400 fra interventi, Interviste, faccia a faccia e tavole rotonde

22 maggio 2020
Una 24 ore non-stop per dare avvio ad ascolto, dialogo, progettazione, riflessione su come ripensare il Paese post Covid-19. Questo lo scopo di “L’architettura è cultura e bene comune”, la maratona digitale promossa dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) prevista dalle ore 10 di sabato 23 maggio alle 10 di domenica 24.
Sarà live su “architettiperilfuturo” (www.architettiperilfuturo.it), la nuova piattaforma online che ospiterà il confronto partecipativo fra l'intera comunità degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, cittadini, società civile, decisori, istituzioni e imprese: per partecipare è necessaria iscrizione sul sito.
Oltre agli interventi del Presidente del CNAPPC Giuseppe Cappochin e del Comitato Scientifico (Roberto Cingolani, Fisico, responsabile dell'innovazione tecnologica di Leonardo; Mario Cucinella, Founder Mario Cucinella Architects, Presidente del Comitato Scientifico; Enrico Giovannini, portavoce di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile; Antonio Navarra, presidente del Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc); Federico Parolotto, co-founder di MIC Mobility In Chain; Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano), “L’architettura è cultura e bene comune” ne vedrà oltre 400 che ruoteranno attorno a 5 grandi temi: Progettare secondo le sfide globali 2030/50; l’Italia, una rete di Resilient Cities; la sostenibilità dell’Abitare; rigenerazione urbana: luoghi pubblici, servizi, mobilità e partecipazione; nuovi modelli virtuosi. 

Il primo punto Architettura per la sfida 2030-2050: 17 Sustainable Development Goals (SDG), riguarda la sfida del progettare seguendo le indicazioni delle Nazioni Unite e la Roadmap Europea 2050. Strettamente legati al primo punto sono il secondo (Progettare l’adattamento al clima delle città e dei territori) e il terzo (Rigenerazione urbana; natura, partecipazione, resilienza): qui la riflessione si sposta sulla necessità di agire sugli stili dell’abitare, sul rapporto tra ambiti urbani e natura, su mobilità, accesso ai servizi, socialità, sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio. Grande rilievo ha poi il tema della riqualificazione urbana delle periferie, affrontata nel quarto punto (Un nuovo rapporto tra città e aree interne). Queste, infatti, dovranno diventare “nuovi centri fuori dal centro”, luoghi di rigenerazione socio-culturale-ambientale integrati in un sistema diffuso.  
Il punto cinque (Progettare il futuro; nuovo patto con l’ambiente) e sei (Strumenti di pianificazione) pongono l’accento sull’importanza di pensare e pianificare spazi pubblici e privati sostenibili e in armonia con la natura anche attraverso investimenti orientati verso uno sviluppo sostenibile ed attraverso nuovi strumenti di pianificazione.
Un’importante riflessione del Manifesto riguarda sia la necessità di una Semplificazione dell’attuale quadro normativo che regola il governo del territorio e dell’attuale apparato amministrativo (punto 7) sia il promuovere i Concorsi di progettazione a due gradi quale strumento chiave per accrescere la qualità architettonica (punto 8). È necessario poi intendere l’Architettura come Conoscenza multidisciplinare (punto 9): il progetto di architettura, sempre più complesso, integra competenze multidisciplinari per le quali servono grandi capacità organizzative e di 
coordinamento, sostenute da adeguata preparazione culturale, tecnologica e digitale
Il punto dieci, infine, sollecita a Nuovi strumenti di concertazione e di finanza urbana: il “pubblico” deve riprendere il suo ruolo di promotore non limitandosi a recepire istanze rappresentative degli interessi dei soggetti economici privati, ma governando i processi. Serve, conseguentemente, un nuovo profilo tecnico della P.A. che abbia le competenze per tale compito.