Alla luce delle missioni principali del PNRR, le strategie di produzione e consumo sostenibili di aziende e organizzazioni non possono prescindere da un’analisi dell’impatto ambientale di processi e prodotti lungo il loro ciclo di vita, un Life Cycle Assessment (LCA).
Per superare la pandemia da COVID-19 e garantire una ripartenza rapida, l’Unione Europea ha lanciato il piano NextGenerationEU. Si tratta di uno strumento temporaneo da oltre 800 miliardi di euro che mira a riparare i danni causati dall’emergenza sanitaria e, allo stesso tempo, creare un’Europa più sostenibile: verde, digitale, resiliente e più reattiva, pronta ad affrontare al meglio le nuove sfide.
In Italia il NextGenerationEU si traduce nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, meglio noto come PNRR, che si sviluppa su tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Tra questi, la transizione ecologica, impostata in modo da viaggiare in parallelo ai Sustainable Development Goals (SDG) dell’Agenda ONU 2030 ed al Green Deal Europeo, rappresenta la base del nuovo modello di sviluppo italiano. L’obiettivo è lasciare alle generazioni future un paese più verde, caratterizzato da una migliore qualità della vita e da una maggiore appetibilità per investimenti ed attività imprenditoriali.
Il PNRR è composto da sei missioni, ognuna delle quali è divisa in diverse componenti, caratterizzate a loro volta da diverse linee di investimento e di riforma. Delle missioni, quella a cui sono stati destinati più fondi è quella denominata “rivoluzione verde e transizione ecologica”, cui spettano ben 59,47 miliardi di euro. Una cifra molto importante per un paese come l’Italia.
RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA: GLI INVESTIMENTI
Le componenti di questa missione sono quattro: economia circolare e agricoltura sostenibile; energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici e tutela del territorio e della risorsa idrica.
La componente uno punta a rendere l’Italia un paese più circolare, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, sviluppando nuovi impianti di trattamento rifiuti e realizzando progetti innovativi per le supply chain strategiche. In parallelo funge da spinta per l’implementazione di buone pratiche sostenibili nella filiera agricola/alimentare, in modo da ridurne l’impatto ambientale, creando delle vere e proprie supply chain “verdi”.
Gli investimenti della componente due sono destinati alla creazione di un contesto che garantisca una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili e che si traduca in un abbattimento delle emissioni di gas climalteranti e degli impatti ambientali in generale, in particolare per le filiere produttive.
L’energia rappresenta un elemento focale anche per la componente tre, in quanto quest’ultima mira ad ottimizzare le performance energetiche degli edifici. Si tratta di un elemento che in Italia può fungere da grande leva di miglioramento, in quanto più della metà degli immobili presenti sul territorio è stato costruito più di 45 anni fa e agire su queste strutture può portare ad un enorme abbattimento degli impatti ambientali ad esse attribuibili.
Focus differente, ma non per questo meno rilevante, è quello della componente quattro che affronta il tema della salvaguardia del territorio e dell’ottimizzazione delle azioni di risposta alle emergenze climatiche. Sono numerosi quindi gli ambiti di investimento di questa componente e guardano nello specifico alla salvaguardia della qualità di aria, suolo e acqua, nonché alla razionalizzazione dei consumi delle risorse idriche e alla minimizzazione degli sprechi.
PNRR ED LCA: LE SINERGIE
Alla luce dei contenuti delle diverse componenti delle missioni, le strategie di produzione e consumo sostenibili di aziende e organizzazioni non possono prescindere da un’analisi dell’impatto ambientale di processi e prodotti lungo il loro ciclo di vita, un Life Cycle Assessment, o LCA.
Il Life Cycle Assessment è lo strumento di supporto ideale anche per le attività legate alla salvaguardia di acqua, aria e suolo. Sono numerosi gli indicatori di impatto che si possono ottenere. È possibile, infatti, avere informazioni relative agli impatti che gli scarichi idrici hanno sulla qualità delle acque o a quelli che le emissioni aeree hanno su riscaldamento climatico e acidificazione di suolo ed ecosistemi acquatici, fino ad una valutazione della criticità dei consumi di acqua in relazione alla scarsità che caratterizza le aree di prelievo.
I clienti, oggi, sono sempre più affamati di informazioni. Vogliono conoscere la storia dei prodotti che acquistano e di chi ne ha realizzato ogni singolo componente. La trasparenza è un fattore chiave per l’immagine aziendale e dichiarare l’impatto ambientale di un prodotto e le misure intraprese dall’azienda per monitorarlo e ridurlo rappresenta una leva fondamentale, in grado di influire sulle performance commerciali ed economiche.