Un piano di investimenti da oltre mezzo miliardo di euro (524.105.091 euro) in 5 anni, è quello approvato all’unanimità dall’assemblea dei soci di CAP Holding, che ha così dato il via a un vero e proprio Green Deal della Città metropolitana di Milano.
Costi bloccati, così come la redditività, per i primi due anni per dare spazio agli investimenti destinati allo sviluppo di infrastrutture e servizi sempre più smart, ai processi di digitalizzazione, ai progetti di economia circolare, ricerca scientifica e simbiosi industriale. Questo l’approccio degli azionisti di Gruppo CAP, l'azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che hanno rinnovato all’unanimità la fiducia al presidente Alessandro Russo, nominato anche amministratore delegato dell’azienda idrica che, con un fatturato di oltre 300 milioni di euro e una capitalizzazione di oltre un miliardo di euro, è tra le monoutility più importanti del Paese.
“Sono orgoglioso di essere stato riconfermato alla guida di un’azienda che ha fatto della sensibilità, della resilienza e dell’innovazione i punti cardine della sua strategia, commenta Alessandro Russo, confermato presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. In un momento così difficile come quello che stiamo vivendo abbiamo costruito un nuovo piano industriale, prevedendo investimenti mirati a sostegno dell’economia locale. Mezzo miliardo di euro in 5 anni, un boost per il rilancio del nostro territorio post Covid, che sposta in modo deciso la potenza di fuoco degli investimenti sulla rivoluzione green e sull’economia circolare. Un vero e proprio Green Deal che prevede per i prossimi 5 anni 53 milioni di euro per interventi di recupero delle risorse e risparmio energetico, 34 milioni per opere e impianti di economia circolare e 3 milioni per la promozione dell’uso di acqua depurata”.
Alessandro Russo, che guida l’azienda pubblica dal 2014, è stato confermato presidente al termine dell'assemblea dei soci che si è tenuta ieri 21 maggio. Russo a soli 38 anni è alla guida di una tra le prime monoutility nel settore in Italia con quasi 900 dipendenti e resterà in carica altri 3 anni insieme ai consiglieri Karin Eva Imparato, confermata anch’essa, e ai neoeletti Luciana Dambra, Alberto Fulgione e Barbara Mancari.
L’Assemblea dei Soci ha approvato all’unanimità il bilancio consolidato, il bilancio della capogruppo e il piano di piano di investimenti al 2024, precedentemente approvati dal Consiglio di amministrazione di CAP Holding il 20 aprile scorso. In dettaglio, il totale dei ricavi raggiunge quota 369.265.065 euro per la quasi totalità frutto del servizio idrico, registrando un aumento del 6% rispetto al 2018 (348.162.207), mentre il saldo di gestione è pari a 32.259.106 di euro. Il risultato operativo nel 2019 ammonta a 52.152.525 euro, mentre l’EBITDA è di 109.181.127 euro. Gli investimenti in immobilizzazioni tecniche si attestano a 107.441.854 euro, registrando un incremento del 12,6% rispetto al 2018 (95.452.714).
L’Assemblea dei Soci ha inoltre approvato l’acquisto delle partecipazioni in CORE, Consorzio Recupero Energetici, il cui termovalorizzatore, in procinto di terminare la sua attività entro la primavera del 2021, è il fulcro del progetto Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, che grazie a un
investimento di 56 milioni di euro, intende diventare un punto di eccellenza per la produzione di biometano dalla frazione umida dei rifiuti (FORSU) e per la valorizzazione dei fanghi da depurazione.
Si tratta del primo polo green in Italia che prevede la trasformazione del termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e del depuratore adiacente di Gruppo CAP in una Biopiattaforma dedicata all’economia circolare. Un impianto che sarà carbon neutral (a zero emissioni di CO2), e in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti. Un progetto unico anche per la partecipazione attiva degli stakeholder coinvolti già nella sua fase preliminare attraverso un percorso partecipativo che ha preso vita a novembre 2018 e che ha dato la possibilità di inserire nel progetto definitivo le istanze della cittadinanza.
La realizzazione della Biopiattaforma porterà sul territorio un indotto di 547 nuovi posti di lavoro, 2.200 veicoli alimentati a biometano ogni anno, una drastica riduzione dell’anidride carbonica fino al 92% rispetto alle emissioni dell’impianto attuale, la riqualificazione delle aree verdi, l’impiego delle migliori tecnologie sul mercato per il contenimento dei fumi, che caleranno del 76% e degli odori che verranno drasticamente ridotti, grazie alla doppia camera per il caricamento della FORSU.
Il progetto definitivo, completato nel novembre scorso, è stato consegnato alla Regione Lombardia nel marzo di quest’anno per l’avvio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che comprende tra gli altri il VIA (Valutazione Impatto Ambientale), in attesa di passare ad agosto alla gara per la progettazione esecutiva.
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