A chilometri di distanza, due agricoltori divisi da un oceano, hanno vinto il Nobel per l’ecologia. Due storie lontane e vicine, due culture diverse ma unite nel nome degli stessi obiettivi: rivendicare il diritto alla terra e all’agricoltura e combattere contro le istituzioni multinazionali.
Sono Rodrigo Tot e Uros Macerl i due vincitori del Goldman Environmental Prize 2017, meglio conosciuto come il Nobel dell’ecologia, che dal 1990 riconosce l'impegno degli attivisti ambientali più meritevoli.
Nessun nome illustre ma grande personalità e coraggio: sono queste le caratteristiche che contraddistingue il vincitore del premio più prestigioso nel campo ambientale, ma quest’anno a sorpresa gli “eroi dell’ambiente” sono due.
«Ha guidato con forza la lotta del suo popolo per la difesa della terra. E per questo ha pagato un alto prezzo: la morte del figlio». È Rodrigo Tot, indigeno guatemalteco di etnia maya Qeqchi, uno dei vincitori del premio. Abitante delle montagne di El Estor,nel distretto di Izabal a 300 km di distanza dalla capitale Città del Guatemala, Rodrigo Tot (59) è da più di trent’anni che rivendica oltre sessanta “campesinos” che hanno subito l’esproprio delle proprie terre per agevolare gli interessi commerciali delle imprese minerarie, interessate alla zona per la forte presenza di oro e nichel. La lotta, pagata a carissimo prezzo con la morte del figlio, continua ancora oggi poiché, nonostante la Corte Costituzionale gli abbia riconosciuto il diritto di proprietà, il governo ancora tergiversa nell’applicare la sentenza.
La lotta alle multinazionali accomuna i due vincitori. Uros Macerl è il secondo eroe eletto dalla giuria del Nobel per l’ambiente. Agricoltore biologico e allevatore della regione di Trboylje in Slovenia Centrale, Macerl gestisce la fattoria di famiglia fortemente colpita dall’inquinamento industriale di un cementificio alimentato a coke petrolifero. Le emissioni hanno compromesso non solo la qualità dell’aria, ma anche quella del suolo e dell’acqua. Fattori che hanno spinto l’agricoltore sloveno a intraprendere un battaglia legale contro le istituzioni che hanno permesso all’azienda di incenerire rifiuti industriali pericolosi. Contando solo sulle proprie forze Macerl è arrivato alla Corte di Giustizia Europea, che ha richiamato la Slovenia alle proprie responsabilità, e al totale rispetto degli standard comunitari sui parametri inquinanti. Una lotta portata avanti da un solo uomo che è riuscito a rivendicare non solo i propri diritti, ma quelli di tutti gli abitanti del proprio paese e del mondo. Perché la terra è di tutti.
Photocredits: Courtesy of Goldman Environmental Prize