È quanto emerge da una nuova ricerca dell’Otovo Solar Index Italy, studio sul mercato fotovoltaico domestico del Belpaese realizzato da Otovo, società norvegese impegnata ad aiutare le famiglie nell’utilizzo dell'energia solare installando pannelli sui propri tetti, che offre una panoramica sui comportamenti degli italiani in relazione alla transizione energetica.
La capitale si posiziona in cima alla lista, raccogliendo il 9,4% degli impianti installati dalla società nel corso dell’anno, seguita subito dopo dalla metropoli meneghina (8,5%). Completa il podio un altro capoluogo lombardo, Varese, con un valore pari al 5,6% sul totale delle installazioni. Nella top ten sono inoltre presenti Torino (5° posto, con il 2,4%) e Napoli (7° posto, a pari merito con Monza e Treviso grazie al 2,1% di impianti messi in opera). Chiudono il gruppo ex aequo Novara, Padova e Reggio Emilia con l’1,9%.
Per quanto riguarda invece la distribuzione a livello regionale, la Lombardia conquista il primo posto, raggruppando complessivamente il 21,5% degli impianti installati da Otovo (forte anche dei risultati ottenuti a Brescia e Bergamo, classificatesi rispettivamente quarta e sesta nel campione analizzato). Seguono Lazio (9,4%), Piemonte (4,3%) e Veneto (4%). La Campania conquista invece la quinta piazza (2,1%) davanti all’Emilia-Romagna (1,9%).
La potenzia media degli impianti installati è di 5,1 kWp, con una superficie ricoperta dai pannelli solari intorno a 22 mq. Qualora si considerassero tutti i pannelli venduti, la loro estensione totale sarebbe superiore a 12.700 mq (oltre 1,27 ettari). Peraltro, la maggior parte degli impianti (80%) viene comprata direttamente, mentre il prestito è una formula adottata in misura minore (20%).
L’indagine indica anche le caratteristiche demografiche della clientela. L’età media dell’acquirente di un impianto Otovo è di 53 anni. Nel 90% dei casi si tratta di un uomo e, nel 10%, di una donna. Quest’ultimo valore sale al 30% per le manifestazioni d’interesse verso i pannelli solari, mentre le richieste d’informazioni arrivano da persone già a partire dai 25 anni, a dimostrazione della sensibilità ambientale delle generazioni più giovani.