Il vice ministro Morando interviene all'evento dichiarando che bisogna apportare investimenti nel settore idrico per far fronte ai cambiamenti climatici e al divario del sistema depurativo.
“La vicenda della siccità, che ormai è impossibile considerare una vicenda eccezionale ma che prende le vesti dell'ordinario, sollecita investimenti sul versante del servizio idrico di portata straordinaria, che qualche decina di anni fa non pensavamo di dover fare con questa urgenza e drammaticità. Alle vecchie esigenze di sviluppo dei nuovi investimenti, se ne sono aggiunte di nuove: impossibile non parlare qui delle questioni che i cambiamenti climatici ci stanno proponendo sul versante specifico del servizio idrico. E’ per questo necessaria una svolta sul versante degli investimenti, anche in questo settore”. Così il viceministro dell’Economia Enrico Morando nella seconda giornata di lavori del Festival dell’Acqua 2017 - la manifestazione organizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua energia e ambiente) in collaborazione con Acquedotto pugliese (Aqp) - in corso a Bari nella sede dell’università degli studi ‘Aldo Moro’ fino all’11 ottobre.
La svolta – spiega il viceministro - è “concretamente possibile perché si sono create le condizioni. Con un intervento pubblico associato agli investimenti dei privati, si possono creare le condizioni perché nel settore idrico, e nella depurazione delle acque, l'Italia possa colmare un gap di capacità produttiva che si è accumulato nel corso della grande recessione degli anni scorsi”. Morando fa presente che – tracciando un “primissimo bilancio” di quanto si è potuto fare con le risorse liberate dal Piano Junker – “si può dire che l'Italia è il migliore utilizzatore di quei fondi. In questo momento le aziende, anche idriche, possono contare su incentivi agli investimenti tra i più forti rispetto alla dimensione europea. Si tratta di incentivi che vanno raccolti in questa fase, perché non dureranno all'infinito. Questo insieme di misure è in vigore in questo momento e penso che lo resterà dopo la prossima legge di Bilancio. Bisogna approfittarne ora.”
“Le imprese –osserva il vicepresidente di Utilitalia, Mauro D'Ascenzi–si stanno già muovendo in quella direzione, chiedendo politiche coordinate e una Strategia Nazionale sulla quale orientare progetti e finanziamenti. Con la siccità e con gli alluvioni è diventata evidente l’esigenza di uno sforzo rapidissimo nei tempi, per rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici. Uno sforzo talmente grande che potrebbe non essere sopportabile con le sole tariffe. In alcuni casi potrebbe esser utile la finanza pubblica, in altri casi il pubblico e i privati insieme. La maggior parte delle nostre aziende sarebbe già sufficiente un sistema per ottenere prestiti a lungo termine; magari con accordi tra banche, con fondi, o con la Cassa depositi e prestiti”.