Il progetto rientra negli obblighi di legge a seguito delle disposizioni emanate dalla Regione Lombardia per prevenire gravi danni ambientali in caso di allagamento.
Hydrodata, nell’ambito di un contratto triennale con il Gruppo CAP riguardante la verifica del rischio idraulico accettabile su impianti di trattamento delle acque reflue, ha recentemente sviluppato l’analisi su un impianto localizzato in sponda destra del fiume Olona. Il Gruppo CAP è la realtà industriale pubblica che gestisce il servizio idrico integrato nella Città Metropolitana di Milano e in diversi comuni delle province di Monza e Brianza, Pavia, Varese, Como.
Il progetto rientra negli obblighi di legge a seguito delle disposizioni emanate dalla Regione Lombardia che impongono agli impianti che si trovano in aree interessate da pericolosità da alluvioni sia l’analisi dei rischi che lo studio di interventi che possano ridurli. Gli impianti di trattamento delle acque reflue, infatti, sono da proteggere da possibili allagamenti, che oltre ad arrecare danni alla struttura e alle persone possono causare gravi danni ambientali. L’allagamento delle vasche di depurazione, dove si concentra una elevata quantità di microrganismi di sostanze organiche da rimuovere, avrebbe conseguenze gravi sull’ecosistema.
Lo studio ha definito con precisione l’effettivo livello di pericolosità e le dinamiche di propagazione dell’onda di piena, con l’obiettivo di comprendere i tempi a disposizione per l’attuazione delle procedure di emergenza e individuare possibili interventi di mitigazione del rischio. Le simulazioni effettuate con modello numerico bidimensionale hanno evidenziato che, in caso di piena con tempo di ritorno di 100 anni, l’impianto sarebbe completamente allagato. Sono stati quindi ipotizzati interventi di riduzione del rischio la cui efficacia è stata verificata con una nuova simulazione modellistica.
A fronte delle analisi effettuate, la mitigazione del rischio è ottenibile solo realizzando un sistema di contenimento locale dei livelli di piena da realizzare lungo il tracciato del fiume. Tale sistema garantirebbe l’esclusione dell’impianto dalle aree di allagamento e qualsiasi contatto tra le acque di piena ed i reflui non trattati presenti all’interno dell’impianto.