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A Sesto la biopiattaforma per l’economia circolare

1 ottobre 2019
La società di ingegneria, leader nel settore in campo energetico, a fine novembre consegnerà gli elaborati progettuali per l’avvio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR)
TBF + Partner AG, società svizzera realtà di riferimento nel settore ingegneristico in ambito ambientale, si aggiudica la gara per la progettazione della Biopiattaforma di Sesto San Giovanni dedicata all’economia circolare indetta da Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. TBF avrà il compito di elaborare il progetto di simbiosi industriale che unirà in un unico polo green e carbon neutral (zero emissioni di Co2) altamente innovativo il depuratore di Gruppo CAP e il termovalorizzatore CORE S.p.a., Consorzio Recuperi Energetici.

TBF+ Partner AG, è leader internazionale in campo energetico e in particolare nel settore della valorizzazione termica dei fanghi di depurazione. Tra le opere realizzate, l’impianto di incenerimento fanghi di Werdhölzli, utilizzato per lo smaltimento di tutti i fanghi del cantone Zurigo. Il progetto definitivo per la Biopiattaforma sarà presentato dalla società svizzera alla fine di novembre (120 giorni a partire dal 17 luglio) per l’avvio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), che comprende tra gli altri il VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

“La Biopiattaforma è un progetto unico in Italia, che esce dalla logica della linearità per seguire la circolarità della sostenibilità e puntare su ecodesign, recupero delle materie di scarto, riprogettazione industriale dei prodotti e delle filiere produttive, in linea con i principi della circular economy, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Il progetto definitivo sarà il risultato di un iter strutturato e trasversale, che ha messo al centro anche cittadini, associazioni e comitati locali grazie al processo partecipativo intrapreso lo scorso novembre”.

Il progetto definitivo infatti includerà anche le istanze che gli stakeholder locali hanno avanzato durante il percorso partecipativo e di dibattito pubblico, che porterà, tra le altre cose, a partire da settembre alla costituzione di un RAB (Residential Advisory Board), comitato consultivo dei cittadini, organo di monitoraggio e di scambio informazioni su tutte le scelte e le fasi del progetto.

Il nuovo impianto di via Manin, grazie a un investimento da 47 milioni di euro, intende non solo diventare un punto di eccellenza per la produzione di biometano dalla frazione umida dei rifiuti (FORSU) e per la valorizzazione dei fanghi da depurazione, ma aspira a diventare un hub di innovazione per tutti gli impianti di depurazione gestiti da CAP, e un centro per la sperimentazione sulle acque reflue che consenta di implementare le ultime tecnologiche nel settore, in sinergia con altri player nazionali e internazionali, condividendo le scelte tecnologiche col territorio.

Una volta presentato il progetto definitivo, è prevista una seconda fase della durata di due mesi, che servirà a produrre la documentazione necessaria al successivo bando di gara per i lavori di realizzazione della Biopiattaforma, in attesa dell’autorizzazione PAUR. La terza e ultima fase, avviata a conclusione dell’iter autorizzativo, sarà rivolta a recepire ogni eventuale prescrizione derivante dal procedimento autorizzativo, con eventuale revisione del progetto entro i 30 giorni stabiliti dal bando.