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Chorus Life la città del futuro

4 settembre 2019
Sorgerà a meno di 2 km daI centro storico di Bergamo bassa il nuovo quartiere Chorus Life, grazie all’iniziativa del Cav. Lav. Domenico Bosatelli, Presidente di Grupedil e GEWISS.
Oltre 70.000 metri quadrati bonificati e restituiti ai cittadini sui quali prenderà forma un modello di città che vuole far convivere attività sportive, spettacolo, commercio, residenza e ricettività insieme agli spazi verdi e a tutti i ser vizi di base, suppor tati dalla rete tramviaria locale. La trasformazione dell’area, per la quale si stima un investimento di oltre 140 milioni interamente sostenuto da Grupedil, prevede la cessione in proprietà all’Amministrazione Comunale di circa 20.000 metri quadrati di verde attrezzato, piste ciclopedonali, strade e di una nuova Palestra Comunale. È previsto anche il riassetto della viabilità locale con la realizzazione del nuovo accesso al centro città dal Rondò delle Valli. “Chorus Life, spiega Domenico Bosatelli, “è un modello di città per il terzo millennio dove le tre generazioni possono vivere, socializzare e crescere insieme condividendo lo stesso. Un modello di riqualificazione urbana coniugando nuove tecnologie e socialità, nel rispetto delle risorse ambientali. CHORUS LIFE la città del futuro spazio. È una coralità intesa come insieme di servizi ma soprattutto come insieme sociale, per favorire l’integrazione fra gli individui, nel rispetto dell’ambiente, attraverso una stretta integrazione tra le funzioni e la moltiplicazione delle occasioni di incontro e socializzazione. Un progetto che nasce a Bergamo ma che guarda a tutte le città europee come modello per rivitalizzare le periferie senza consumo di suolo. Le nuove tecnologie per la gestione intelligente degli spazi pubblici, unite ad una progettazione che elimina ogni barriera architettonica, consentono la massima serenità e tranquillità di vita”. Il progetto sviluppato da GrupEdil e firmato da Joseph Di Pasquale, architetto e urban designer, non ha solo l’obiettivo di riqualificare l’area precedentemente occupata dalla ex OTE - fabbrica dismessa da ormai vent’anni - ma punta anche a fissare un modello di integrazione di residenza, servizi e spazi pubblici che rinnova profondamente i canoni dell’urbanistica degli ultimi anni, fondandolo sulla forte commistione delle funzioni, sulla sostenibilità ambientale e sul forte apporto di tecnologie digitali.