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Caprari: quale export per il 2017

13 dicembre 2016
Il 25 novembre si è svolto l’evento Anima “Quale export per il 2017”, nella sede del Sole 24 Ore. Durante la tavola rotonda istituzionale “Supporto alle imprese”, si è discusso di strumenti a sostegno dell’export con i rappresentanti delle istituzioni.
Uno dei temi sollevati dal moderatore dell’incontro, Lello Naso, caporedattore di Impresa e Territori del Sole 24 Ore, è stato il cambiamento verificatosi negli ultimi anni nell’approccio istituzionale all’internazionalizzazione delle imprese.
Export, mercati e internazionalizzazione sono stati al centro dell’evento Anima.

Nella prima delle due tavole rotonde previste, i rappresentanti di General Electric Italia, Alessi, Gruppo Pieralisi e CibUnigas hanno presentato alcuni case studies a partire dalle proprie esperienze di export con il commento di Euler Hermes e PwC. La seconda tavola rotonda ha visto invece un confronto tra le istituzioni che si occupano di fare supporto alle imprese, con la partecipazione di Michele Scannavini, presidente di Ice, Alessandro Decio, amministratore delegato di Sace, e Nicola Lener, capo dell’ufficio internazionalizzazione del Ministero degli Affari Esteri.
La mattinata di lavori si è chiusa con le premiazioni alle aziende Anima, l’intervento del presidente Caprari e le conclusioni del sottosegretario del ministero degli Affari Esteri,Benedetto della Vedova.

Come evidenziato dal grafico, l’export tra il 2008 e il 2009 aveva subito una forte battuta d’arresto. Nel 2013 la meccanica ha iniziato a superare i livelli pre-crisi. Ora si va oltre.
L’Europa è ancora il mercato più rilevante per il settore marcando un 44%, seguita dall’Asia (22%) e dall’America del Nord (10%).
Germania, Stati Uniti e Francia occupano le prime tre posizioni export della meccanica italiana.

«Il timore era di dover affrontare conseguenze economico-politiche molto più pericolose del previsto. - dichiara Alberto Caprari,Presidente Anima - Anche gli ultimi mesi non hanno disegnato una situazione critica a livello di export. Gli avvenimenti in Turchia non hanno provocato effetti sugli scambi commerciali e le elezioni Usa non hanno sconvolto le borse. Tantomeno la Brexit sta incidendo eccessivamentesulle attività imprenditoriali. Il prezzo del petrolio pareassestato sui 50dollari al barile diventando profittevole. Se ci sarà un’eco rilevante della mutevole geopolitica la avvertiremo probabilmente nel 2017.

I nostri vicini Francesi aumentano la domanda di Made in Italy del +10% raggiungendo gli 1,18 miliardi di euro con un picco positivo di richiesta per la caldareria (+21,9%) ed i carrelli elevatori (+11,1%), oltre agli strumenti di movimentazione. Regno Unito e Spagnacomplessivamente confermano e accrescono il loro interesse verso la manifattura italiana. Al sesto posto segnaliamo la Turchia che segna un +24% di export italiano pari a 418 milioni di euro, dopo un calo drastico dal 2012. L’Arabia Saudita che è in continuo incremento dal 2010, nel 2015 ha invertito la tendenza (-21%). La guerra del petrolio ha influenzato fortemente il potere d’acquisto del paese rallentando tutti i settori e progetti correlati.
Tracrolli come la Russia, rimbalzi e recuperi, l’export sta comunque trainando e sostenendo favorevolmente la meccanica italiana».

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